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Italia150. Perché c’è bisogno di un nuovo risorgimento

[Di seguito, l’editoriale che ho scritto per il periodico del mio Liceo]

Abbiamo deciso di ricordare l’anniversario del 150° anniversario dell’Unità d’Italia preparando e pubblicando un numero speciale del nostro periodico, che vi possa essere d’aiuto nel capire come e perché questo 2011 sia così importante per la nostra nazione. Il 17 marzo di centocinquanta anni fa, infatti, dopo secoli e secoli di divisioni e lotte intestine, si riuniva a Torino il primo parlamento dell’Italia unita, proclamando Vittorio Emanuele II «re d’Italia, per grazia di Dio e volontà della nazione». Era il compimento del sogno risorgimentale, del sogno che ha animato migliaia di uomini valenti e coraggiosi e che ha forgiato personalità come Massimo D’Azeglio, Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Mazzini o Giuseppe Garibaldi. La storia del nostro Risorgimento è meravigliosa, perché è una storia di coraggio, di ardore, di utopie. Di giovani come Mameli, Pisacane o i fratelli Bandiera, pronti a versare il loro sangue, pur di concretizzare l’Unità del Paese. Vi potrà sembrare forse retorico o noioso: in fondo chi, oggi, sarebbe pronto a dare tutto sé stesso per un Paese in cui forse non crediamo nemmeno più? La nostra Italia è forse l’Italia pura, alta e nobile, per cui hanno lottato i risorgimentali? No, non lo è.

E non serve mica occuparsi attivamente di politica per accorgersene. Il terribile stato di cose in cui versiamo è sotto gli occhi di tutti: abbiamo degli amministratori sempre più lontani dai bisogni della gente e sempre più vicini ai propri interessi di bottega; un Nord e un Sud, che nell’anniversario della loro unità, appaiono sempre più distanti e inconciliabili, in lotta armata l’uno contro l’altro; senza una visione di insieme e di futuro, più che un’occasione di festa, il 17 marzo sembra essere diventato una triste commemorazione di come sarebbe dovuta essere l’Italia e di come, ahinoi, è diventata. A noi di Omega i disfattismi o i vittimismi non sono mai piaciuti: la nostra è una Nazione particolare, in cui luci e ombre coesistono da sempre, in cui sono nati grandi uomini e grandi criminali, in cui poco funziona e molto sarebbe da rottamare. Però resta la nostra Nazione. Ed è per questo che non ci arrendiamo all’idea di vederla morire, così. Oggi, amici miei, c’è bisogno di un nuovo Risorgimento che sia, innanzitutto, morale, etico ed intellettuale. Ma per riuscire lì dove tanti hanno fallito, c’è bisogno dell’impegno di tutti. Specialmente del nostro.